I benefici della riflessologia plantare sul resto del corpo
Tra le pratiche olistiche esercitate aldilà della medicina tradizionale per alleviare i disturbi del corpo umano con rimedi naturali, troviamo la riflessologia plantare. Si tratta di un’attività che prevede la pressione e il massaggio di specifiche zone dei piedi, con l’intento finale di apportare dei benefici ad altri elementi anatomici del corpo, sofferenti per una qualche ragione. L’idea che sta alla base di questa pratica è che ad ogni parte del piede corrispondano precisi organi, strutture nervose, articolazioni, strutture ossee e ghiandole del corpo umano.
Per la precisione, le zone critiche risiedono nella pianta dei piedi, il che spiega l’impiego dell’aggettivo “plantare”. Questo tipo di terapia spetta a un terapeuta esperto nella pratica della riflessologia plantare, che si avvale solitamente soltanto delle dita delle proprie mani, senza fare ricorso a oli o lozioni particolari. La stimolazione è eseguita mediante movimenti basculanti del pollice, digitopressioni, sfregamenti e pompaggi.
E’ una terapia complementare e può essere affiancata alle terapie della medicina ufficiale. Secondo la riflessologia plantare, sul piede di destra di una persona, risiederebbero le zone riflesse corrispondenti agli elementi anatomici destri del corpo; mentre, sul piede di sinistra, ci sarebbero le zone riflesse corrispondenti alle strutture anatomiche sinistre del corpo.
La riflessologia affonda le sue radici già nella Cina del 4000 A.C e nell’Antico Egitto; ma per ritrovare il concetto in età moderna bisogna rifarsi ai primi del 1900. Il precursore fu un medico statunitense di nome William H. Fitzgerald, che affermava che l’applicazione di una pressione sui piedi poteva avere un effetto anestetico in determinate parti del corpo; la teoria fu analizzata e sviluppata negli anni ‘30 da Eunice D. Ingham, un fisioterapista statunitense che si mise ad individuare sulla superficie del piede e della mano tutte le zone del nostro corpo.