Il legame tra postura e occlusione dentale viene spesso sottovalutato o ignorato, ma riveste un ruolo cruciale per il nostro benessere. L’occlusione scorretta spesso impatta negativamente sulla postura, considerando che i muscoli che sorreggono la mandibola sono interconnessi con quelli che supportano la colonna vertebrale. Ne conseguono mal di testa, dolori cervicali, vertigini, ronzio auricolare e problemi di deglutizione. “Queste problematiche colpiscono negli ultimi anni molti più soggetti di quanto si possa immaginare visto che sembrano essere correlato ai ritmi frenetici e le posture che assumiamo durante le attività quotidiane”, spiega la Dr.ssa Leydi Natalia Vittori, osteopata e posturologa.
Un intervento sinergico tra osteopatia e ortodonzia può essere l’opzione migliore anche per mitigare i disagi derivanti dai trattamenti odontoiatrici in corso o già eseguiti. “L’osteopatia cranio-sacrale, ad esempio, prevede tecniche che agiscono sulla colonna cervicale, sui legamenti della mandibola e sui muscoli masticatori, riducendo i disagi derivanti da trattamenti odontoiatrici come la ricostruzione dell’occlusione o problemi legati all’articolazione temporo-mandibolare”, continua Vittori.
Durante il trattamento ortodontico, sia negli adulti che nei bambini, il corpo può avere difficoltà ad adattarsi alle modifiche indotte dall’applicazione di apparecchi, manifestando sintomi come difficoltà di concentrazione, dolori alla colonna vertebrale, cambiamenti di umore. In questo contesto, l’intervento dell’osteopata può facilitare l’adattamento del corpo alle modifiche ortodontiche, accelerando il processo di guarigione e riducendo i sintomi dolorosi.
La collaborazione tra osteopatia e ortodonzia risulta quindi essenziale per garantire un trattamento efficace e personalizzato. È importante considerare che l’applicazione di apparecchi ortodontici può comportare rigidità e alterazioni nel funzionamento del sistema cranico, influenzando la mobilità di tutto il corpo. “L’osteopata può intervenire per controllare e risolvere eventuali fissità e rigidità craniche, soprattutto nei bambini, che rispondono in modo più rapido alle modificazioni indotte dal trattamento osteopatico grazie alla maggiore malleabilità del loro sistema corporeo”, conclude l’esperta.
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