Moda tossica e come riconoscerla: i tessuti amici/nemici della nostra pelle

Come preservare la salute della pelle e del pianeta attraverso i giusti capi d’abbigliamento

Uno dei passatempi preferiti, da soli o in compagnia, per rilassarsi o per necessità, è indubbiamente fare shopping. Andare a far compere per negozi o online, la procedura di riempire un carrello fisico o virtuale porta sempre allo stesso risultato: stare al passo coi tempi anche con i capi d’abbigliamento. Ma ci siamo mai chiesti cosa indossiamo veramente? E perché si parla di “moda tossica”?

Chi tra di noi controlla l’etichetta di un vestito prima di comprarlo? Scommetto che la percentuale sia molto bassa e per chi invece lo fa già, beh, dobbiamo sicuramente fare un applauso, perché si sta inconsciamente prendendo cura della propria pelle e dell’ambiente.

Gli abiti che indossiamo quotidianamente infatti, se composti da materiali chimici o trattati, possono essere pericolosi per la nostra salute e per il pianeta stesso. Ma vediamo più nel dettaglio questa cosa assieme.

L’industria tessile e le sostanze chimiche

Durante i vari processi di produzione e colorazione dei tessuti, l’industria tessile fa uso di numerose sostanze chimiche, la maggior parte purtroppo tossiche per l’ambiente e per la salute dell’uomo stesso.

Durante il processo produttivo infatti, queste sostanze si disperdono nell’ambiente e altrettante rimangono sul capo d’abbigliamento, venendo poi a contatto con la nostra pelle, col rischio di aumentare la percentuale di tumori, allergie e dermatiti. Ma non solo: i semplici tessuti a contatto con la pelle possono provocare effetti secondari a breve o lungo termine, a patto che non siano di buon materiale e qualità controllata.

I tessuti più o meno pericolosi

Moda tossica e come riconoscerla: i tessuti amici/nemici della nostra pelle

La maggior parte dei prodotti d’abbigliamento che la grande distribuzione propone in vendita sono realizzati a basso costo e con tessuti sintetici, derivanti quindi dal petrolio e trattati con varie quantità di prodotti chimici.

I capi realizzati con tessuti sintetici, come poliestere, acrilico, nylon, poliammide e lycra, sono quelli a maggior impatto negativo sulla salute, poiché impediscono la traspirazione, irritando la pelle con il sudore in eccesso.

Questi tessuti non trattengono inoltre le molecole dei coloranti, che possono perciò scolorire col tempo e rilasciare residui chimici sulla pelle stessa.

Le fibre con minor rischio di salute e ambientale sono invece quelle naturali come il cotone, meglio ancora se è biologico, la viscosa, la seta ed il lino. Queste, grazie alla provenienza naturale e controllata, riducono l’impatto ambientale e sono una vera coccola a contatto con la pelle. 

Il cotone biologico

Moda tossica e come riconoscerla: i tessuti amici/nemici della nostra pelle

Considerata la fibra per eccellenza, il cotone biologico è consigliato per il trattamento di malattie specifiche della pelle. I prodotti realizzati con questa fibra sono privi di residui di sostanze tossiche: quindi il capo è più salutare e traspirante, consentendo un microclima ideale per la pelle di chi lo indossa.

Gli indumenti maggiormente consigliati in cotone bio sono quelli a stretto contatto con la pelle, così da prevenire o ridurre possibili patologie cutanee: t-shirt o canotte della pelle, collant, leggins, camicie e biancheria intima.

Lino e seta, gli alleati per l’estate

Moda tossica e come riconoscerla: i tessuti amici/nemici della nostra pelle

In piena estate, con clima caldo e umido, è tempo di indossare materiali traspiranti che diano sollievo alla pelle e non ne aumentino la sudorazione. Il lino e la seta, materiali  di una bellezza naturale e senza tempo, hanno anche molti benefici per l’organismo, soprattutto durante le stagioni più calde.

Quali sono i benefici di indossare vestiti di lino e seta con un clima caldo? Innanzitutto la regolazione della temperatura: grazie alla trama e alle naturali proprietà delle fibre, i tessuti ricavati sono traspiranti, permettendo all’aria di circolare attraverso le fibre, così come di favorire l’assorbimento dell’umidità prodotta dalla sudorazione.

I giusti tessuti per il freddo

Tra i materiali in grado di trattenere il caldo isolando il corpo, il primato è detenuto dalla lana, che possiede proprietà termiche indispensabili per proteggersi dal freddo della stagione invernale. Ma non tutti i tipi di lana sono comodi da indossare, a causa del pizzicore che provocano a contatto con la pelle.

Quelli da prediligere per le loro caratteristiche anallergiche sono composti da qualità più morbide e pregiate: lana merino, l’alpaca, il cachemire, il mohair e la vigogna.

Trattandosi di fibre di origine animale, si consiglia sempre di leggere l’etichetta dei capi per accertarsi sulla reale provenienza del tessuto, la cui produzione è stata più volte oggetto di scandali finiti nel mirino di organizzazioni per la difesa dei diritti animali.

Un altro tessuto in grado di isolare dal freddo in inverno, così come dal caldo in estate è la seta. Particolarmente consigliato poi per l’abbigliamento invernale è il pile, a patto che sia composto da poliestere certificato e ancor meglio se riciclato.

Insomma, i tessuti sono la parte più importante degli abiti che indossiamo e se al giorno d’oggi l’aspetto salutare degli indumenti è troppo spesso sottovalutato a scapito del risparmio e del design, non dimentichiamone l’origine.

Il consiglio è quello di preferire sempre indumenti certamente cool e comodi, ma allo stesso tempo fatti di materiali naturali, che lasciano respirare la pelle, mantenendola più fresca, asciutta e protetta dal rischio di irritazioni.

Leggi anche: “Vestirsi bene” anche in palestra? Non è moda ma tessuto tecnico

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